LOST IN AMBITION


Pensieri, sogni, esperienze e sprazzi di bellezza.

I soldi e la felicità

4–6 minuti

·

·


La sottile linea biancorossa del calcio europeo, da Diego Pablo Simeone a Frank De Boer (passando per Marilyn Monroe).

Una riflessione ai margini della finale di Champions, che ha sancito la decima per la Casa Blanca, ribadendo, ancora una volta, quanto possa pesare il salvadanaio dei grandi club.

Anche se…

 

“Dicono che il denaro non faccia la felicità, ma, se devo piangere, preferisco farlo sul sedile posteriore di una Rolls Royce, piuttosto che su quelli di un vagone del Metrò.”, sospirava l’immortale Marilyn.
Limitandoci alla prima parte di questo pensiero, il calcio europeo quest’anno parrebbe aver dimostrato il suo contrario, in larga misura.

Che, in fondo, una buona disponibilità economica, qualche sorriso in fondo te lo strappi.

E’ ciò che si potrebbe desumere, nel contemplare i nomi dei vincitori dei vari tornei.

La rete di Demba Ba, mentre Gerrard lo insegue, dopo essere scivolato

Due attimi, su tutti.
Lo scivolone di Steven Gerrard contro il Chelsea ed il colpo di testa di Sergio Ramos, a due minuti dalla fine, sul prato di Lisbona.

Frutto del caso o il compimento del destino?

Seguendo il mantra del professor Scoglio, saremmo portati a sostenere la prima ipotesi.

E cioè che questo gioco, in fondo, sia figlio di episodi.
Eppure. Eppure, al di la dei se e dei ma, nei principali campionati e competizioni (eccezion fatta per la Spagna, loca fino all’ultima giornata, e l’Europa League, in cui il Siviglia si è avvalso della maledizione guttmaniana nelle finali continentali, che gravava sull’avversario Benfica) si sono affermate le squadre più forti, più complete. E più ricche.

L’esultanza di Sergio Ramos

Il cuore ed il carattere dei ragazzi del Cholo Simeone, l’epica della Kop, a sostegno dei Reds, e la spumeggiante Roma di Garcia, avevano lasciato intravedere gli ultimi barlumi di un romanticismo perduto, che, negli stadi, ammiriamo sempre più di rado (specialmente in Italia).
I Davide, sul rettangolo verde, non senza un briciolo di retorica biblica e magari anche un po’ blasfema, opposti ai Golia gonfi di petroleuro e sterline degli sceicchi di City e PSG.

Senza dimenticare gli storici prestiti delle banche iberiche al Real di Florentino Perez, in aggiunta, che gli permisero di acquistare Cristiano Ronaldo e Kaka, nel giugno del 2009, una volta eletto presidente delle merengues.

E di poter vantare ora un fatturato superiore ai 500 milioni di euro, frutto anche di notevoli investimenti immobiliari, tipo il nuovo centro sportivo (sul quale l’Unione Europea sospetta siano intervenuti anche aiuti di Stato) e del marchio calcistico più forte al mondo.
Il senso di impotenza e frustrazione, per i tifosi o simpatizzanti delle compagini più “deboli”, dunque, è abbastanza comprensibile.

Sempre se di debolezza si possa in realtà parlare per squadre come l’Atletico, con un monte ingaggi che sfiora i 300 milioni, o il Liverpool, la cui stella Luis Suarez ne intasca circa 12 a stagione, ovviamente.

Fatto sta che i colchoneros di Madrid non abbiano mai conquistato una Champions League e che subiscano da anni lo strapotere dei concittadini galacticos, mentre ad Anfield attendevano il titolo nazionale da più di due decenni.

Ed invece.

Nessun lieto fine. La fine delle favole (mediatiche, soprattutto).

Ci si deve arrendere allo predominio finanziario dei nuovi magnati, dunque?

Non tutto è perduto, a dire il vero.

Vi sono infatti alcuni esempi di gestioni dinamiche e lungimiranti, che hanno portato a vittorie e bilanci in attivo, negli anni.

Ispirazioni, per le società ambiziose.

Realtà solide ed appoggiate ad bacini d’utenza più o meno ampi, che rinfoltiscono anno dopo anno, anche grazie a brillanti politiche di marketing e di sfruttamento del brand, oltre ovviamente ai successi sul campo.

E’ il caso del Bayern Monaco di Heynckes prima e di Guardiola poi, costruito sul proprio settore giovanile, su strutture innovative, investimenti mirati e conti in ordine; così come del meraviglioso Borussia Dortmund di Jurgen Klopp, quest’anno più sottotono, ma reduce da due stagioni precedenti, in cui ha incantato tutti gli appassionati di questa disciplina.
E dell’immarcescibile Ajax di Frank De Boer, ancora una volta campione di Eredivisie, con una media d’età della propria rosa intorno ai 22 anni e spese ridotte al minimo.

Il Lione, allo stesso tempo, pur vittima del recente imbarbarimento transalpino, dovuto a Monaco ed ai quatarioti di Parigi, ha perseguito negli questa stessa politica, ottenendo notevoli successi.

Sono tutte aziende in grado di autosostenersi, in maniera indipendente, senza dover aggirare il fair-play finanziario o ricorrere a cospicui aumenti di capitale.

Frank De Boer, coach dell’Ajax

E non sono le uniche.

In Italia, la Juventus di Conte si situa a metà strada tra questi ultimi casi e le società più opulente, avendo potuto contare da un lato su corposi investimenti di mercato, negli ultimi tre anni, stimati intorno ai 250 milioni, e dall’altro su di un progetto virtuoso, legato allo stadio ed all’area circostante, al rilancio del proprio vivaio ed alla crescita del fatturato; evidente il predominio in serie A, rivedibile, a dir poco, in Europa.

Lodevole il lavoro anche di Napoli e Udinese, che, senza arrivare al titolo, hanno bissato il trionfo in Coppa Italia, nel primo caso, e raggiunto la qualificazione in Champions League, nel secondo.
L’equilibrio tra risultati ottenuti, pazienza dei tifosi e bilancio economico è ovviamente sempre molto delicato e difficile da raggiungere.

Ma non impossibile.

Se si unisce la serietà alla competenza, anche tanti club in crescita o poco blasonati possono arrivare alla vetta ed ambire a grandi traguardi, nonostante tutto.
Confrontandosi con i più ricchi, in un’eterna sfida.

Forse, con un esito diverso.

A meno di uno scivolone sciagurato o di un gol malaugurato, nei minuti di recupero.

Di episodi, insomma.

Lascia un commento

Issue is a magazine-style theme design that displays blog posts, reviews, artwork and news.

⏬

It comes with different styles to spark your creativity in making it just as you’d like to.

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

Torna indietro

Il messaggio è stato inviato

Attenzione
Attenzione
Attenzione!

MagBlog is a magazine theme focused on sizable type and imagery to expand your content. Make it yours ⏬