LOST IN AMBITION


Pensieri, sogni, esperienze e sprazzi di bellezza.

Alla Juventus serve praticare l’Allegria

4–6 minuti

·

·


Carenza di stimoli, mercato rilevante in chiave nazionale, ma non europea. Ed un ruolo da manager desiderato, ma mai ottenuto.

Ecco le probabili cause dell’addio di Conte.

Il nuovo corso è affidato ad Allegri.

L’uomo giusto, al momento giusto.

 

La nomina di Massimiliano Allegri mette d’accordo la quasi totalità del popolo bianconero.

Mani nei capelli.

Le inaspettate dimissioni di Conte, rivelano un deficit societario inaccettabile, a questi livelli, ed un egoismo comprensibile, ma non giustificabile, da parte dell’ormai ex tecnico pugliese.

La carenza di stimoli, indubbiamente. Vincere tre titoli di fila. Anzi, stravincerli (gli ultimi due, quantomeno). Più di 100 punti conquistati, nella stagione passata. Avversari annichiliti, nonostante una Roma spumeggiante, sino alle idi di marzo, o giù di lì.

Ripartire con la stessa fame psico-fisica è difficile, se non impossibile.

La sfida europea poteva e doveva essere il motore del suo nuovo ciclo, allora.

Conte non è certo il tipo da impaurirsi di fronte agli avversari. E’ pragmatico.

Ed osserva le contendenti.

Antonio Conte
Antonio Conte

Il Barcellona, che comincia la stagione portandosi al Camp Nou il roditore Suarez, per 80 milioni e rotti, mentre il Real si accorda con la rivelazione del Mondiale, James Rodriguez, si accaparra Kroos e strizza l’occhio a Falcao.

Lo United, che, reduce dal naufragio dello scorso anno, in pochi giorni sborsa la stessa cifra complessiva dei catalani, per il centrocampista basco Herrera ed il giovane terzino Shaw, senza battere ciglio.

Le spese folli del PSG per David Luiz e la perfetta jam session bavarese di Pep Guardiola, ora arricchita dal prolifico Lewandoski.

Così come il profeta Mou, che ha trovato in Diego Costa e Filipe Luìs la quadratura del cerchio blues.

Più City, Borussia ed Atletico, che di certo non stanno a guardare.

Evra, Iturbe e Morata (con diritto di recompra, ad una cifra maggiorata, nel caso in cui se lo rivolessero alla corte di Ancelotti, da parte dei galacticos) il massimo a cui aspirare, per Conte e dintorni.

A completare una squadra già ben equilibrata, ma senza nessun campione vero, in grado di fare la differenza nelle partite che contano, in Champions League.

E con il rischio che Vidal si accasi altrove.

Non un dramma, per un giocatore che ha forse già toccato l’apice, nella sua avventura bianconera, ma certamente una pedina fondamentale, in chiave europea.

L’agognato Sanchez, obiettivo mai celato del tecnico, nel frattempo, è stato acquistato dai Gunners per 42 milioni di euro, mentre la Juve lo inseguiva a meno di 30.

E tanti saluti.

Non è tutto qui, comunque.

Che il budget della dirigenza sabauda fosse limitato, non si è scoperto in questi giorni.

Che l’allenatore avesse voluto avere più voce in capitolo sul mercato, in un ruolo da manager all’inglese, neppure.

Il rapporto tra lui, Marotta, Paratici ed Agnelli non aveva più l’energia e la forza del passato.

Il suo peso specifico in società non si è mai evoluto, come probabilmente lui si aspettava che dovesse accadere (anche per un po’ di riconoscenza, dopo aver conquistato dei titoli con pedine del calibro di Matri e Peluso).

Un malessere covato e coltivato nel tempo, che, mescolato ad una cattiveria agonistica ridimensionata e ad una campagna acquisti di ottimo profilo nazionale, ma relativamente competitiva in Europa (anche se i casi di Dortmund e colchoneros insegnano il contrario), ha generato un cocktail particolarmente amaro, per i tifosi bianconeri.

Ora si volta pagina.

Il livornese Allegri, dunque.

Quello che ha scelto un centrocampo di corsa e muscoli, sacrificando Pirlo, quando era al Milan (con la complicità di Galliani).

Quello che ha litigato con quasi tutti i senatori dello spogliatoio rossonero.

Quello che ha preso quattro gol dal Sassuolo di Berardi.

Massimiliano Allegri
Massimiliano Allegri

Quello che ha vinto uno scudetto in quattro anni, perché con Ibra e Thiago Silva in campo ci voleva solo la Juve di Conte, nella stagione successiva, per riuscire a batterli.

L’uomo sbagliato, al posto sbagliato, nel momento sbagliato?

No.

Quello giusto, nel luogo e momento più opportuni.

Un normalizzatore, dopo tre anni di adrenalina e polvere da sparo.

Un aziendalista, storicamente in grado di valorizzare ciò che passa il convento, senza mai opporsi apertamente.

Un tecnico intelligente e preparato.

Che domina il campionato 2010/11, perde di un soffio (ed un gol di Muntari) quello successivo.

Poi gli vendono Ibra e Thiago Silva, non dice una parola, riparte ed arriva terzo, con una squadra impoverita.

Che viene esonerato, dopo mesi di agonia societaria, nella disfida tra l’impaziente Barbara ed il sornione dalla cravatta gialla.

Mentre in campo scendeva una rosa da medio-bassa classifica.

Ed il predestinato Seedorf non ha potuto fare molto meglio.

In Europa il Milan, pur senza mai arrivare in fondo, sotto la sua gestione, si è sempre battuto a testa alta, offrendo un calcio moderno ed a tratti spettacolare.

Quello che la Juventus contiana non è mai stata in grado di fare.

Anche i più esosi Mancini e Spalletti avevano le carte in regola per provare a farsi sentire in ambito continentale (pur non avendo mai vinto nulla nemmeno loro).

Ma Allegri rappresenta il profilo che serve alla Juve in questo momento.

Avrà un unico modo per potersi far apprezzare dal suo nuovo popolo e provare a dissolvere il fantasma del predecessore di successo (in Italia).

Vincere.

 

D’altro canto, storicamente, giocatori, tecnici e dirigenti passano.

La Juventus resta.

Come accadde per Lippi e Del Piero.

Morto un Papa, se ne fa un altro.

E pazienza se ora ce ne sono due.

Lascia un commento

Issue is a magazine-style theme design that displays blog posts, reviews, artwork and news.

⏬

It comes with different styles to spark your creativity in making it just as you’d like to.

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

Torna indietro

Il messaggio è stato inviato

Attenzione
Attenzione
Attenzione!

MagBlog is a magazine theme focused on sizable type and imagery to expand your content. Make it yours ⏬