Le parole dello scrittore e giornalista del New York Times, George Saunders, rivolte ai neolaureati della Syracuse University.
Un pensiero di grazia e bellezza, da portare sempre con noi.
Nell’estate del 2013, lo scrittore e giornalista George Saunders, ha pronunciato un emozionante discorso alla cerimonia di laurea della Syracuse University, rivolto agli studenti.
Eccone l’estratto finale.
Da imprimere nella mente e nel cuore.
“Ed eccovi dunque un consiglio veloce, per congedarmi al termine di questo discorso: dato che, secondo la mia opinione, la vostra vita sarà un viaggio che vi porterà ad essere più gentili e più amorevoli, sbrigatevi. Fate presto. Iniziate subito. In ciascuno di noi c’è un equivoco di fondo, un vero malessere in verità. Si tratta dell’egoismo. Ma la cura esiste. Siate quindi gentili e proattivi e addirittura in un certo senso i pazienti di voi stessi – cercate le medicine più efficaci contro l’egoismo, cercatele con tutte le vostre energie, per tutto il resto della vostra vita.

Fate tutte le altre cose, quelle ambiziose – viaggiare, diventare ricchi, acquistare fama, essere innovativi, essere leader, innamorarsi, fare fortuna e perderla, nuotare nudi nei fiumi in mezzo alla giungla (dopo aver controllato che non ci siano in giro scimmie che cagano) – ma qualsiasi cosa farete, nella misura del possibile, eccedete in gentilezza. Fate ciò che vi possa indirizzare verso le risposte a quelle grandi domande, cercando di tenervi alla larga dalle cose che possano sminuirvi e rendervi banali. Quella luminosa parte di voi che esiste al di là della vostra personalità – la vostra anima, se credete – è tanto luminosa e brillante quanto nessun’altra. Luminosa come quella di Shakespeare, luminosa come quella di Gandhi, luminosa come quella di Madre Teresa. Sbarazzatevi di tutto ciò che vi possa tenere lontani da quella luminosità nascosta. Credete nella sua esistenza, cercate di conoscerla meglio, coltivatela, condividetene incessantemente i frutti.
E un giorno, tra 80 anni, quando voi ne avrete 100 e io 134, quando saremo tutti così gentili e premurosi da risultare quasi insopportabili, scrivetemi due righe. Fatemi sapere come è stata la vostra vita. Spero tanto che mi scriviate: è stata meravigliosa.”





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