LOST IN AMBITION


Pensieri, sogni, esperienze e sprazzi di bellezza.

Langhe e tartufi

3–4 minuti

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Viaggio nelle Langhe, alla scoperta del tartufo in ottima annata.

Da Alba a Bra, tra cuochi talentuosi, profumo di nebbia e poetici vigneti.

 

Una sottile pioggerellina, umida ed avvolgente.

Matteo Baronetto
Matteo Baronetto

Stralci di nebbia e nubi, che si confondono tra loro.

18 gradi, da maglione. Domenica mattina, metà ottobre.

Siamo ad Alba, la patria del tartufo.

Il clima autunnale ed il soave profumo del pregiato tubero, ci hanno spinti, guidati dall’olfatto (e dal gusto) alla fiera locale.

In un vasto padiglione, nel cuore del paese, si riuniscono per un mese tutti i mastri tartufai ed i produttori artigianali affini, compresi vini, salumi e formaggi.

Pepite di tartufo
Pepite di tartufo

Entrati nell’El Dorado del palato, ci fiondiamo allo show cooking di Matteo Baronetto, chef del prestigioso “Del Cambio” di Torino (il ristorante preferito di Camillo Benso di Cavour, quindi sulla scena della ristorazione già da qualche annetto) e precedentemente braccio destro di Cracco, nella cucina del cuoco bistellato.

La sua ricetta principale, realizzata con maestria davanti ai nostri occhi, ci regala un waffle al tartufo da urlo.

Dopo l’assaggio, che causa un breve svenimento, ci accostiamo al bancone dei vini, dove assaggiamo un nebbiolo ed un barolo di discreta qualità.

Agnolotti al tatufo e barbaresco Castello di Verduno 2009
Agnolotti al tatufo e barbaresco Castello di Verduno 2009

Terminato il tour tra gli stand, già in parte sazi e brilli, per gli eccessivi, ma inebrianti assaggi, smaltiamo l’euforia enogastronomica del momento con una piacevole passeggiata nel centro cittadino.

L’ora di pranzo arriva però quando meno te lo aspetti, da queste parti.

E’ dunque la volta di Bra, elegante località sabauda, sede del celebre Slow Food di Carlo Petrini e della sua filosofia esistenziale di cibo sano, a chilometri zero, e ricco dei sapori della nostra terra.

Anche per questo, scegliamo come luogo per rifocillarci, dopo l’intensa e magra mattinata, il Ristorante Battaglino.

Plateau di formaggi e marmellata di cugnà
Plateau di formaggi e marmellata di cugnà

Di arredamento classico, ma ristrutturato da poco, total white, si sviluppa in profondità, lungo un sala verticale, che non offre particolare riservatezza (se escludiamo una graziosa saletta da pochi posti, accanto all’ingresso), ma un ambiente informale, curato e gioioso nelle sue libagioni.

Il pranzo si apre con la classica salsiccia e carne cruda di Bra, già condita con una lacrima d’olio extravergine ed un pizzico di sale.

Come portate principali, scegliamo degli agnolotti del plin burro e salvia, ricoperti da un’abbondante spruzzata di tartufo, e dei tajerin al sugo di carne.

Dolce della casa
Dolce della casa

Entrambi gustosi e, specie nel primo caso, davvero meritevoli.

Il secondo è limitato al plateau di formaggi selezionati, con una marmellata di cognà (a base d’uva e di altri frutti, prevalentemente secchi).

Ci accompagna un barbaresco Castello di Verduno 2009, ben abbinato alle nostre portate.

Per concludere, i dolci della casa, di buona fattura.

Il conto, intorno ai 50 euro a testa, testimonia un accettabile rapporto qualità prezzo.

Sazi e soddisfatti, trascorriamo infine il pomeriggio nella magnifica tenuta Ceretto, a metà strada tra le due località.

Le grotte di Ceretto
Le grotte di Ceretto

Cantina prestigiosa, affondata tra le Langhe, meltin’ pot di architettura moderna e barriques di epoche perdute, riposa intarsiata in filari di vitigni, a perdita d’occhio.

Le Langhe
Le Langhe
Degustazione
Degustazione

La gentilissima Claudia ci propone un giovane nebbiolo, un ricco barolo Brunate del 2006 e, a sopresa, un Monsordo, prodotto in loco da uve non autoctone, misto di cabernet sauvignon, merlot e syrah. Davvero godibile.

Persi tra le botti ed il profumo ammuffito, ascoltiamo inebriati.

Giunge ben presto la sera, dunque l’orario del nostro rientro verso gli altrettanto nebbiosi lidi padani.

E’ un peccato ripartire, ma è stato un piacere ancor più grande vivere qui, anche solo per un giorno.

Una zona d’Italia affascinante, di cui godere ogni qual volta sia possibile.

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