La trattoria da Amerigo, a Savigno, a due passi da Bologna.
Semplice, accogliente, allea qualità e tradizione.
Una felice certezza, per palati fini e stomaci capienti.

Valle del Samoggia, a due passi da Bologna.
Persi nel verde e nelle stelle, viaggiamo alla volta di una paese ricco di storia e tradizione locale.
Savigno, patria dei moti ottocenteschi della Giovine Italia e del tartufo di alto lignaggio.

Parcheggiamo vicino al torrente, respirando l’aria, fresca e frizzante, della tranquillità emiliana.
In centro, accanto alla piazza principale, un’osteria curata, classica, che ci accoglie come dei figliol prodighi della buona tavola.
Siamo giunti alla meta.
Eccoci da Amerigo, tappa fissa del nostro pellegrinaggio culinario annuale, per palati fini e stomaci capienti.
Caldo e bonario, l’ambiente è semplice, ordinato, con tovaglie a quadrettoni biancorossi ed infinite bottiglie di distillati, come nel miglior immaginario gucciniano.
Ci accomodiamo nella saletta del bosco, al piano superiore, tra affreschi di cervi, gufi, piante rigogliose e putti alternativi.
Come antipasto, optiamo per la deliziosa battuta al coltello di bianca modenese, tartufo scorzone, scalogno, olio extravergine di Romagna e sale camillone.

La serata novembrina impone, per principio, un percorso tartufato, con qualche piccola deviazione.
I primi spaziano dalle tagliatelle al tartufo bianco (da leggenda), ai gustosi gnocchi di patate con lo scorzone ed alle caramelle di zucca, con aceto balsamico e Parmigiano Reggiano.
Con un gesto spregiudicato, ci affidiamo ad un vermentino Ruinas del 2008, profumato e sostanzioso, per questa parte iniziale.
Cominciano i primi segnali di cedimento generale, ma decidiamo di proseguire e di affrontare, coraggiosamente, i secondi.

Tra tutti, da segnalare senza dubbio le Uova “da Amerigo” 2014, al tartufo bianco, che, in una personalissima classifica ideale di gradimento, collocherei a metà strada tra Scarlett Johansson e l’acqua cristallina del golfo di Orosei.
Pane fatto in casa e riesling Taschlerhof del 2011, ci allietano (se mai ce ne fosse ulteriormente bisogno) gli ultimi scampoli dello sparuto pasto.
Evitiamo, per decenza, gli assaggi dei formaggi.

Ma, ovviamente, non i dolci.

Zuppa inglese; torta di noci e cioccolato con zabajone montato; gelato all’aceto balsamico tradizionale di Modena; mascarpone di bianca modenese, con crema dolce d’uovo.
Da volare via.

Un bicchiere di passito Kabir Donnafugata del 2012, per gradire ed esaltare la degna chiusura.
Caffè ed amari fatti in casa concludono infine il prelibato convivio, stimato intorno agli 80 euro a persona.
Location gioviale, spartana, con un buon servizio ed un giusto rapporto qualità/prezzo.
Amerigo si conferma una certezza della nostra cucina e della nostra terra.
L’unica trattoria stellata in Italia.
Non a caso.





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