L’ennesima giornata di danni e tafferugli gratuiti, fuori e dentro gli stadi italiani.
Un senso di vuotezza assoluta, che circonda il calcio nel Bel Paese.
Al contrario della nostra pallavolo.
Due sport distanti anni luce, eppure, in teoria, così vicini.

Nella pallavolo, i tifosi si applaudono a vicenda e non vanno oltre a qualche coro di scherno reciproco.
La violenza non è contemplata e, quando si esce dal contesto di gioco, si torna alla vita reale.
Nel calcio, bande di deficienti lanciano bombe carte negli stadi e sassi contro i pullman, minacciando i giocatori e le società, spesso a loro volta conniventi e principali responsabili della genesi di tale cultura.
Perché non seguiamo una partita solo per divertirci e non la smettiamo di farci del male da soli, retoricamente e letteralmente?





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