Moretti, Garrone, Sorrentino.
I film dei tre registi italiani, in concorso al Festival francese, si distinguono per originalità e qualità.
Dopo tanto, troppo tempo, esclusi pochi casi isolati, il cinema italiano torna a realizzare delle opere di alto livello, con continuità e prospettive.
Negli ultimi giorni sono andato al cinema a vedere i tre film italiani in concorso a Cannes.

“Mia Madre” di Nanni Moretti è un’opera toccante, affettuosa, sincera. Osserva i figli di fronte alla debolezza dei genitori, quando il rapporto si capovolge e sono i primi a dover sorreggere i secondi.
Ottima Margherita Buy, azzeccatissimo l’istrionico John Turturro.
“Il Racconto dei Racconti” di Matteo Garrone è invece un fantasy all’italiana, un anti-Trono di Spade, fiabesco ed amaro.

I vizi e le virtù degli uomini, tratte dall’opera barocca di Giambattista Basile e magistralmente trasposte sul grande schermo dal regista romano. Tre vicende intrecciate fra loro, in cui equilibrio e libertà racchiudono il senso dell’unico viaggio, che ci accomuna tutti.
Sorrentino, infine.
Atteso al varco, dopo l’Oscar, non poteva sbagliare.
“Youth” è Michael Caine, principalmente, posto al centro del mosaico.
Intorno a lui, tanti tasselli.
Il suo amico Harvey Keitel, superbo, la cui visione aperta al futuro lentamente si inverte con quella, chiusa e rassegnata, del protagonista.
La clinica di benessere, asettica ed eterea.
Le Alpi, la Svizzera.
Poi Maradona che palleggia con una pallina da tennis, grazie al suo mancino celestiale, o Miss Universo, che mette a nudo la sua intelligenza.
E la colonna sonora, come sempre impeccabile, nei lavori del guitto napoletano.
Lo spettatore deve avventurarsi, con umiltà, lungo questo percorso, fatto di immagini felliniane e dialoghi brillanti, senza l’ambizione di trovarvi per forza un senso.
Solo, lasciarsi trasportare.

Comunque vada il Festival, l’Italia ha già vinto.
Il nostro cinema è tornato.





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