Idee sparse su “Il Padrino”.
Nel corso dell’ultimo fine settimana ho rivisto la trilogia de “Il Padrino” (che week-end meraviglioso, ammetto) e ci tengo a condividere alcune brevi riflessioni:
1) Francis Ford Coppola ha girato il primo film, considerato all’unanimità uno dei dieci migliori della storia del cinema, quando aveva 32 anni. Così come Al Pacino, all’epoca ancora sconosciuto.
Cioè, io alla stessa età al massimo so postare delle foto su Instagram (di dubbia qualità, oltretutto) o dibattere sui gol di Dybala (all’Inter, soprattutto).
Mentre il bravissimo John Cazale/Fredo – il fratello maggiore – ha preso parte a cinque pellicole nella sua intera carriera, prima di morire di cancro, purtroppo: TUTTE candidate o proprio vincitrici dell’Oscar come Miglior Film. Mostruoso.
2) Robert De Niro ha recitato nel secondo – confrontandosi col gigantesco Gastone Moschin a Little Italy, scritturato poco prima di incarnare poi l’architetto Rambaldo Melandri di “Amici Miei” – parlando esclusivamente in SICILIANO. In dialetto. Intendo, solo in dialetto. Vinse l’Oscar, chiaramente.
Lo vedrei benissimo in Montalbano, a questo punto. Ma in un ruolo secondario, tipo quello di un simpatico ristoratore locale, che sfama Luca Zingaretti nel suo sobrio ristorantino affacciato sul Mar Mediterraneo.
3) Sofia Coppola un filino meglio come regista, che come attrice, direi. Rivedibile, ecco. Non so perché, ma forse ho in mente l’epiteto con il quale la indicherebbe il grande maestro Renè Ferretti…
Comunque, la terza parte non regge per nulla il paragone con i prime due capitoli, ma di per sé non è un brutto film: ha una trama abbastanza corposa, una grande fotografia e un finale intrigante. Mancano enormemente Robert Duvall e appunto un’interprete più intensa, nel ruolo della figlia, oltre a una maggiore profondità nelle scene conclusive.
Comunque apprezzabile, a mio modesto parere.
Un ultimo dettaglio: ne “Il Padrino – parte III” il personaggio di Don Altobello è impersonato dal mitologico Eli Wallach (il Brutto del trio western con Clint Eastwood e Lee Van Cleef).
In teoria, per quella parte era in trattativa – e saltò tutto per questioni di cachet, pare – nientemeno che Frank Sinatra…






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