Hawaii & California, cronaca di una rinascita.
Come un Mago Merlino dell’Appennino, ho viaggiato fino all’altra parte del mondo, per esplorare qualcosa di nuovo.
Delle Hawaii e soprattutto di me stesso.
Senza fuggire da niente e da nessuno, ma con la voglia di vivere dei momenti che stessi cercando da tempo, senza averli ancora trovati.
Immerso nel frastuono di Waikiki, folgorato dalla serenità di North Shore, ammutolito dal silenzio di Pearl Harbor, estasiato dalla dolcezza di Sherwood Beach, deliziato dai colori al Diamond Head, ubriaco di pokè freschi e di mai tai, perso nella baia di Hanalei, impaurito dalla bellezza della Na Pali Coast, esaltato dall’avventura nelle vallate giurassiche, inebetito (più del solito) dalle carezze dell’alba e dalle esplosioni del tramonto.
Incontri gentili, spesso solidali, quasi sempre superficiali.
Mai ho conosciuto la solitudine, in due settimane, specialmente quando ero – sovente – da solo, perché in pace con me stesso, infine.
E però mi sono accorto di chi e di cosa mi mancasse davvero, con poche sorprese, perché l’amore per le persone care, per i posti del cuore, per le passioni profonde è quanto di più autentico esista, secondo me.
Occorre solo riconoscerlo.
Accettarlo, dunque.

La Na Pali Coast
Ed eccomi illuminato sulla via di Los Angeles. Elettrizzato.
Per la compagnia, per “Oppenheimer”, per il Broad, per lo Chateau Marmont, per Malibu.
Per le colline di San Venanzio.
E per tanto altro.
Ho speso più del dovuto (classico), ma torno più ricco di prima (me lo dico sempre, per giustificare l’estratto conto di settembre), però questa volta davvero (mi dico sempre pure questo, ma è veramente così, in realtà).
Mi dispiace solo per chi si sia impensierito per me, durante i tragici incendi di Maui, ma mi trovavo abbastanza lontano, fortunatamente, e non ci sono stati problemi dove ero io.
Anche ciò, comunque, fa parte dell’esperienza vissuta.
Così come i dettagli, gli inconvenienti, le difficoltà.
Potevo farne un post motivazionale su LinkedIn, ma ve lo risparmio volentieri e mi limito a dire grazie a chi mi abbia aiutato a organizzare tutto questo, a chi sia stato lì con me a L.A. e a chi mi abbia fatto capire di esserci, in ogni caso.
Sono felice e ci ho fatto caso.

«Honolulu, arrivo!!»




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