Riflessioni di metà ottobre sulla situazione della pandemia in Italia.
Va detto che una seconda ondata di contagi in autunno, al ritorno dei primi freddi, delle persone compresse nei mezzi pubblici e delle attività in spazi chiusi, fosse davvero inaspettata.
Chi l’avrebbe mai detto, davvero.
Dedichiamoci invece all’ennesimo salvataggio di Alitalia – l’unica compagnia capace di riportarmi eventualmente a casa, di questi tempi, quindi forse non una critica troppo lungimirante – o a dei tempestivi referendum costituzionali, mi raccomando.
Invece di migliorare il contact tracing, di rafforzare il coordinamento tra Stato e Regioni e di preparare un fondo d’emergenza per i lavoratori del mondo dello spettacolo, della ristorazione, dell’alberghiero e di tutti quei settori che verranno messi in ginocchio nei prossimi mesi.
E che già stanno soffrendo tantissimo.
I 209 miliardi del Recovery Fund europeo arriveranno nel 2021 e l’Italia, il paese che ne beneficerà di più (a patto che sia in grado di presentare dei progetti adeguati, variabile non scontata, direi), negli ultimi mesi ha fatto troppo poco per prevenire ciò che sarebbe accaduto dopo, cioè adesso.
Tutelare la sanità e preservare quel che resta dell’economia è un compito arduo, quasi impossibile e il nostro paese è di certo in buona compagnia nell’affrontare questa situazione tragica – il Belgio, dove sono ora, è al collasso – ma ci si poteva arrivare preparati, sicuri, uniti, non caricati a bordo dei banchi a rotelle e terrorizzati da improvvisati cialtroni nei salotti televisivi o nel Consiglio dei Ministri, ancor peggio.
I cittadini sono i primi responsabili, sia chiaro, e i comportamenti stupidi o egoistici dei pochi rischiano di andare a colpire i molti, specialmente i più deboli e gli anziani, come ben sappiamo.
Poi però c’è una classe politica mediamente inaccettabile, fatti salvo alcuni Governatori regionali e poche altre eccezioni.
Un nuovo lockdown nazionale sarebbe un ulteriore fuga dalle proprie responsabilità da parte di un esecutivo veramente non all’altezza, mentre l’opposizione farfuglia a caso di migranti e del rifiuto di indossare le mascherine, santo cielo.
Conferenze stampa tragicomiche, fughe di notizie abilmente orchestrate per oscurarne altre, urla sui social.
Allo sbaraglio, da destra a sinistra, passando per il nulla cosmico pentastellato.
Marzo era inatteso, ottobre no. Un’estate sprecata. Mentre l’inverno sta arrivando.
Intervenire, ora.
Prima che sia troppo tardi.
Affinchè le scuole, che rappresentano il nostro (incerto) presente, possano continuare a essere il nostro futuro.
Bene, adesso che ho espresso il mio fondamentale parere, mi metto in tuta, apro Netflix e stappo una bottiglia di lambrusco.
Alla salute di tutti quanti.




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